Gioco non strutturato: il trucco per crescere creativi
Scopri perché lasciare tempo e spazio al gioco libero è una delle scelte educative più potenti per lo sviluppo cognitivo ed emotivo.
I bambini possono costruire interi mondi partendo da un bastoncino, un sasso, un pezzo di stoffa. Senza un copione da seguire, senza uno scopo finale, senza regole imposte se non quelle che man mano si creano insieme al gioco. È un tipo di attività spontanea, libera e imprevedibile che rientra nel gioco non strutturato: uno strumento educativo tanto sottovalutato quanto potente per favorire lo sviluppo integrato di mente, corpo e affettività. Questo articolo è un invito a riscoprire, e valorizzare, ciò che i bambini sanno già fare perfettamente in modo spontaneo quando gliene diamo la possibilità: giocare per crescere.
Che cos’è il gioco non strutturato?
Il gioco non strutturato è un’attività non guidata da adulti, non finalizzata a un apprendimento specifico o a un obiettivo esterno, che non prevede programmazione, valutazioni o premi. Definisce un tempo di gioco in cui i bambini sono liberi di inventare, esplorare, creare regole e poi infrangerle, testare il mondo e se stessi senza limiti imposti.
Può essere un gioco inventato in cortile, la costruzione di una capanna con le sedie, la drammatizzazione con protagonista un supereroe immaginario o un dialogo in cui i dialoghi avvengono con oggetti e vestiti. Non c’è un compito preciso, esplicito, lineare: è un tripudio di processi cognitivi invisibili che si creano e trasformano cogliendo spunti e intuizioni dal gioco stesso. Il limite minimo è la creatività, e tempo e spazio scompaiono, assorbiti in una dimensione del tutto personale nella quale il linguaggio è quello delle fiabe, e la fisica, la geografia e le relazioni interpersonali possono assumere significati completamente diversi.
Perché è così importante?
Stuart Brown, medico psichiatra inventore della PNL sostiene che il gioco libero stimola le aree cerebrali legate al pensiero astratto, all’empatia e alla regolazione emotiva. Inoltre:
Attiva il pensiero divergente, base della creatività;
- Allena la capacità di scelta e la flessibilità cognitiva;
- Sviluppa determinazione e resilienza;
- Favorisce l’autonomia e la cooperazione;
- Aiuta a gestire la noia come spazio generativo.
Effetti del gioco libero sull’apprendimento scolastico
Contrariamente all’idea che il gioco tolga tempo allo studio, il gioco non strutturato ottimizza le funzioni esecutive (Diamond, 2013), cioè la capacità di pianificare, mantenere l’attenzione, regolare il comportamento. In altre parole, rende i bambini più pronti ad affrontare anche compiti cognitivamente complessi.
Attenzione: non stiamo parlando di qualsiasi gioco, ma di tutte le attività ludiche improntate ad esempio su movimento, consapevolezza corporea, affinamento propriocettivo, stimolazione cognitiva.
E se non hanno tempo per giocare?
I bambini avrebbero tutto il giorno per giocare, ma l’organizzazione familiare e sociale propongono una programmazione ben diversa per loro. Spesso infatti sono proprio gli adulti a riempire ogni spazio con attività strutturate ritenute importanti: inglese, sport, musica, arte e ovviamente compiti e a volte doposcuola. Ma il gioco libero non richiede tempi lunghi o spazi importanti. Anche solo 15 minuti al giorno sono sufficienti per riattivare i circuiti della creatività, e non serve avere una piazza d’armi a disposizione: bastano pochi oggetti destrutturati, un angolo della casa in cui sperimentare liberamente e soprattutto… il permesso di non fare niente, di non imparare per forza qualcosa, di smontare le cose per capire come sono fatte.
Rinunciare al gioco libero significa, spesso inconsapevolmente, rinunciare a stimolare la parte più brillante, autonoma e immaginifica della mente infantile. Ridare dignità al tempo vuoto, al silenzio, alla noia creativa al contrario è un atto educativo rivoluzionario. Un gesto di fiducia. Lasciamo che i bambini giochino ai loro giochi, non perché si distraggano, o si intrattengano durante le nostre commissioni o ancora perché acquisiscano nozioni o competenze, ma perché sono le reali occasioni in cui imparano a costruire il loro futuro.
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